Lazio-Napoli 3-1: Baroni, il Goal del 1990 e un Napoli che non convince
Ieri sera, osservando Marco Baroni sulla panchina della Lazio, è stato inevitabile tornare con la mente al 29 aprile 1990.
Quel colpo di testa su assist di Maradona al San Paolo non fu solo un goal, ma il sigillo che consegnò al Napoli il suo secondo scudetto. Era un’epoca in cui ogni partita era una battaglia, e il carattere della squadra faceva la differenza.
Tornando al presente, il Napoli di ieri sera ha lasciato poco spazio a emozioni simili.
Antonio Conte ha deciso di affrontare la Lazio in Coppa Italia schierando undici riserve.
Mio Padre, con la sua saggezza popolare, avrebbe detto che in campo c’erano “11 scartine”.
Non era una critica feroce, ma un modo per sottolineare lo scetticismo di chi vede una formazione priva di titolari scendere in campo in una competizione importante.
La partita, infatti, ha dato ragione a questo pensiero: il Napoli è stato sconfitto 3-1.
Noslin, con una tripletta, ha trascinato i biancocelesti, mentre l’unico squillo azzurro è arrivato da un goal di Simeone, nato da un guizzo di Neres.
Nel post-partita, Conte ha motivato la sua decisione con l’esigenza di fare valutazioni su chi gioca meno.
“Non abbiamo giocato per perdere”, ha dichiarato, ma il campo ha raccontato un’altra storia: una squadra senza mordente, incapace di contenere una Lazio in pieno controllo. Le scelte di Conte, benché ponderate, non hanno convinto i tifosi, che si aspettavano almeno un atteggiamento più combattivo per onorare la maglia.
La presenza di Baroni sulla panchina laziale ha aggiunto un tocco di nostalgia a una serata amara.
Il ricordo di quel goal del 1990, carico di significato, si è scontrato con la realtà di un Napoli che sembra ancora alla ricerca della sua identità. Baroni, ieri protagonista in un’altra veste, è stato un simbolo di determinazione che oggi pare mancare alla squadra azzurra.
Archiviata la Coppa Italia, ora il Napoli può concentrarsi esclusivamente sul campionato.
C’è fiducia che questa sconfitta possa servire da lezione, spronando Conte e la squadra a reagire. E già da domenica prossima, al Maradona contro la stessa Lazio, vedremo se ci avevamo visto giusto.
Don Antò, “zitt’ a chi sape ‘o juoco”
Luciano Auriemma