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SCLERATON su ig

Buongiorno, mi chiamo Danilo Bazzano, avrò 45 anni a Novembre sono un semplice agente di commercio (CSA BOX DOCCIA, CALDAIE SIME, DEBORRI, INDUSTRIE GIACOMELLI, OPERA SANITARI, UTENSILI FERRUCCIO DAMI) e ho anche io quella patologia…la sclerosaggine mi pare il nome.

Ho zoppicato 2 mesi, non riesco più a correre, la gamba destra ogni tanto va per i fatti suoi, se scendo le scale è meglio andare piano e tutto questo per cosa? Mi manca la mielina, belin, la mielina.

Ma solo alla morte non c’è rimedio, il resto si può provare ad aggiustare, lo dico sempre anche sul lavoro. Ho sempre da fare e mi girano quando si mette in mezzo.

Ma capisco sempre di più che la sclerosaggine è il mio semaforo interiore.

È lei che mi dice quando la mia batteria è scarica.

Basta imparare ad ascoltare il proprio corpo.

Non ci è dato sapere il futuro ma vivere e sopravvivere sono due cose distinte e tutti quanti dovrebbero capirlo.

Si chiama sclerosi multipla e francamente non mi ha mai spaventato anche se è una delle malattie più gravi del sistema nervoso centrale.

Affronto questa paura a testa alta perché ho visto mio padre combattere un mostro molto più grosso del mio e mi ha insegnato cosa volesse dire non avere paura.

Quello che ho scritto non significa che non abbia pianto;  l’ho fatto, poi ho asciugato le lacrime e mi sono fatto forza.

Quando cercherà di farmi cadere ancora dovrò cercare subito di rialzarmi. Ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono.

È talmente più grande di noi, è complessa, ed è misteriosa.

La sclerosi multipla è così: ti fa gli agguati. Io ho cercato di normalizzarla già dentro l’ ospedale.

Ho capito che c’è, non credo di essere mai stato patetico e quando la sera capita e capiterà di sentirmi a pezzi sarà un problema mio.

De André ha scritto una frase che calza a pennello con quel che intendo; “il dolore degli altri è per tutti solo un dolore a metà” ed è vero, perché nessuno mai veramente potrà capire il dolore che può essere nascosto dietro ai miei sorrisi.

Ho sempre rifiutato di darle importanza (ben inteso ho seguito da subito le cure).

Comunque lei c’è, presumibilmente ci sarà, ma mi dispiace perché io sono io e non ho tempo da perdere.

Credo però che la condivisione sia utile per sentirci più leggeri e per aiutare i nostri cari a starci vicino, perché diciamocelo, anche per loro è una rottura.

Un giorno una persona mi disse: “ma tu ridi sempre?” Con un sorriso gli risposi: “Ridere fa bene, è contagioso.

E poi il sorriso fa bene non solo a noi stessi, ma anche a chi è triste e lo riceve”.

Si può apparire sciocchi o superficiali, si può sembrare come la persona più felice del mondo e senza problemi o dolori, ma non sempre è cosi ma sono sicuro che una risata possa uccidere la paura di non poter vivere come prima.

Ed è cosi che ho cambiato semplicemente il nome alla mia pagina instagram in LIGNORANZAMULTIPLA.

Ogni domenica, o giù di li, invito PERSONE a parlare in modo leggero delle loro esperienze con la malattia, di altre patologie e di adozione.

Dalla prima edizione è uscita una raccolta intitolata SCLERATON che di testinonianze ne raccoglie più di 40.

Se questa pagina social può trasmettere qualcosa, sicuramente il messaggio è quello di non vergognarsi della propria patologia.

Credo che la condivisione sia una importante risorsa perché è molto imparentata con il tema della dignità.

A mio modesto parere chi ha la forza di condividere la propria malattia non teme questo percorso.

Per acquistarlo comunque link in bio sul mio instagram, nei vari commenti su facebook o, sempre zero sbattimenti, digitare SCLERATON su AMAZON.

La patologia amplifica quello che uno è già (nel bene e nel male). Gestire una malattia richiede amore e pazienza per se stessi e per il prossimo.

Si dice che sia il malato ad aver bisogno di conforto, ma spesso non è così, di solito è il malato che trasmette forza a chi gli sta intorno.

La salute ti consente di godere della vita, la malattia di comprenderne meglio il significato.

Cercare sempre il lato positivo nelle cose, perché c’ è sempre qualcosa di positivo nelle cose.

Bisogna guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, e poi, bisogna berlo.

DANILO BAZZANO

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