Il Napoli di Antonio Conte ha conquistato tre punti preziosissimi contro il Lecce, imponendosi 1-0 al Maradona grazie al goal decisivo del capitano Giovanni Di Lorenzo al 73′. È stata una partita in cui gli azzurri hanno mostrato pazienza e determinazione, riuscendo a sfondare solo nella ripresa dopo vari tentativi e cambi tattici che hanno sbloccato un match complicato. Di Lorenzo, già vicino al goal nel primo tempo con una rete annullata dal VAR per fuorigioco, è stato ancora una volta il leader decisivo.
Il match è iniziato con il Napoli a dettare il ritmo, cercando di scardinare la difesa leccese ben organizzata e compatta. Gli azzurri sono stati pericolosi già al 25′, con un primo gol di Di Lorenzo invalidato per fuorigioco. La squadra ha insistito con Ngonge e Lukaku in fase avanzata, ma senza trovare il guizzo giusto.
Nel secondo tempo, Conte ha cambiato strategia, inserendo Politano e Raspadori, cercando di aumentare l’intensità offensiva. L’ingresso di Kvaratskhelia ha aggiunto ulteriori opzioni, creando spazi e opportunità da sfruttare con i cross di McTominay e i movimenti in area di Lukaku. La svolta è arrivata al 73’, quando su calcio d’angolo McTominay ha colpito di testa, costringendo il portiere Falcone a una respinta corta che Di Lorenzo ha prontamente ribadito in rete, regalando il vantaggio al Napoli.
Negli ultimi minuti, il Lecce ha provato ad avanzare e a pressare la difesa azzurra, rendendo necessari altri cambi per preservare il risultato. Conte ha richiamato Lukaku, inserendo Folorunsho per rinforzare il centrocampo. Meret, tornato titolare, si è distinto con alcune parate cruciali, mantenendo inviolata la rete e garantendo la vittoria.
Al termine della partita, Conte avrebbe voluto confrontarsi rispondendo ad altre domande, ma i rigidi tempi della Lega Serie A hanno limitato l’intervista. Il tecnico, comunque, ha espresso soddisfazione per la prestazione e ha già puntato l’attenzione sulla sfida di martedì contro il Milan, un match che vedrà il Napoli scendere in campo per consolidare ulteriormente il proprio primato.
Luciano Auriemma