martedì, Aprile 22, 2025

LA MIA PASQUA. LA NOSTRA.

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Auguri. A chi ci legge. A chi ci vive. A chi ci supporta da sempre. A tutti voi e alle vostre famiglie, da parte mia e di tutta la redazione di iosclero.it . Vi auguro una Pasqua Serena, Santa, Vera. Ma questa volta non vi lascio solo gli auguri. Vi lascio anche un pezzo di me, come sempre.

Perché, credetemi, è stata — a mia memoria — la Settimana Santa più sentita e più sofferta della mia vita.

L’inaugurazione di camposudwebtv.it del giornale che oggi dirigo, mi ha tenuto impegnato, mi ha distratto. Una bella soddisfazione, certo. Ma sapete com’è… quando sei solo, nel letto, con la testa sul cuscino e il buio intorno, i conti li fai con te stesso. E lì non c’è schermo che regge, né diretta streaming. Ci sei tu e tutto quello che hai dentro.

Ho provato a razionalizzare. A convincermi che fosse tutto solo nella mia testa. Che il cuore mente, che è solo suggestione. Ma no. Quando si tratta di cose del cuore, la mente non c’entra niente. E io, sinceramente, non lo so nemmeno spiegare come mi sento. Solo una cosa posso dirla: sono fiero di me. Perché stavolta, a differenza del passato, non sono scappato. Non ho cercato rifugio nei mondi artificiali. Non ho annullato il dolore. L’ho guardato in faccia.

Mi chiedo:

sarà una Pasqua di rinascita? Non lo so. Però non riesco a non credere che non sia così.

C’è un paradosso nell’essere umano: cerchiamo sempre un modo per liberarci dal peso che portiamo dentro. Piangiamo, scleriamo, cerchiamo risposte. Ma la verità è che, a volte, vorremmo soltanto pace.

Una di quelle paci che non arrivano da fuori, ma che ti spuntano dentro all’improvviso, come se il Cielo te le avesse poggiate addosso piano, come una carezza che ti copre l’anima quando tutto sembra troppo. E allora, senza nemmeno forza nella voce, ti viene solo da sussurrare: “Signore, io mi affido a Te.”

Ma po, io vuless capì che cazzo ci vado a fare in Chiesa la domenica, o dico di amare stare a Lourdes, se poi mi ritrovo ad azzeccarmi il cervello la notte e a soffrire come se non ci fosse un domani…”

Eppure… eppure vorrei imparare davvero a “razionalizzare l’aldilà”. Affidarmi, completamente. A Dio, a Gesù, al Cielo. Perché Lui la morte l’ha vinta, e ci ha promesso l’Eternità. E allora, se qualcosa deve accadere, accade. Se qualcuno è destinato a far parte della tua vita, lo sarà. Punto.

Non servono forzature. Non serve ostinarsi, cercare, convincere. Tutto quello che accade non è per merito nostro, ma per volontà del Signore.

Il mio Augurio, allora, è questo:

che impariamo a fidarci davvero.

Che lasciamo al Cielo il compito di mettere in ordine ciò che qui ci appare solo confusione.

Perché alla fine, se manca la fiducia, la Fede, manca tutto.

È come cominciare una storia partendo da una bugia:

può anche andare avanti, ma non sarà mai vera.

E quando manca la verità, prima o poi, tutto crolla.

Perché alla fine, meritiamo ciò che viviamo.

E tutto quello che abbiamo – anche il dolore, anche la gioia mancata – è grazia.

È dono. È mistero.

È Fede che ci mette alla prova, ma che non ci abbandona mai.

E se restiamo in piedi, è perché, da qualche parte, abbiamo creduto.

Ecco la mia Pasqua.

Ecco la nostra.

Buona Pasqua a tutti Voi.

Con affetto,

Lucio

#doforlove

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