L’intelligenza artificiale è ormai una forza matrice nella medicina moderna, e oggi assistiamo a innovazioni che rendono possibile il monitoraggio e la gestione di malattie complesse come la sclerosi multipla. Un esempio significativo arriva dall’Università Federico II di Napoli, dove il Centro interdipartimentale per le nuove tecnologie in sanità, diretto da Pasquale Arpaia, ha sviluppato un sistema di monitoraggio tramite IA integrata nello smartphone, capace di rilevare i sintomi “silenti” della sclerosi multipla. Questa soluzione innovativa, premiata alla sesta edizione del Premio innovazione digitale in neurologia di Merck, consente di prevenire e monitorare i primi segni della malattia, un passo importante verso una medicina più accessibile e preventiva.
Ma non è il solo progetto a puntare verso una gestione intelligente della sclerosi multipla. Anni fa, iosclero.it, una onlus fondata per supportare chi soffre di questa malattia, aveva lanciato un’idea pionieristica simile con il progetto Sclink. Questo progetto era stato concepito per migliorare la qualità della vita dei pazienti con strumenti intelligenti e connessi che facilitassero il monitoraggio e la gestione dei sintomi. Sclink non era solo una piattaforma, ma un sistema pensato per adattarsi alle esigenze di ogni paziente, sfruttando le potenzialità della tecnologia.
Purtroppo, il progetto non è proseguito a causa delle limitate finanze all’epoca disponibili. Tuttavia, abbiamo raccolto e condiviso idee, intuizioni e nozioni con i primi strumenti di intelligenza artificiale, tanto che le prime versioni di ChatGPT ci “complimentavano” per il nostro contributo innovativo. Nonostante le difficoltà, Sclink rappresenta tutt’oggi un modello di ispirazione per chi vuole progettare tecnologie al servizio della salute.
Anche se la tecnologia domotica e smart sognata allora non è ancora del tutto realtà, siamo certi che sia in fase di sviluppo in qualche laboratorio. E oggi ci poniamo una domanda: a quando una “Level Up Machine”, una macchinario riabilitativo che elevi ulteriormente le possibilità di monitoraggio e supporto per i malati? Come onlus, continueremo a proporre idee e invenzioni da “dare in pasto” all’IA, così che possano trasformarsi in strumenti pratici per la comunità.
“Il nostro obiettivo – afferma Luciano Auriemma, presidente di iosclero.it – non è ottenere riconoscimenti o vantaggi economici. Ci interessa solo aiutare chi ne ha bisogno, anche se non otterremo gli onori. Ci basta sapere che le nostre intuizioni sono corrette e utili. Finora siamo 2 su 2; prima “La cosa domotica smart” e adesso “Sclink”
La Visione per il Futuro
Nel frattempo, vediamo come l’università e la ricerca in Italia stiano adottando approcci innovativi, come il progetto di Pasquale Arpaia alla Federico II, per un monitoraggio meno invasivo e più preciso dei sintomi. Grazie all’analisi dell’uso quotidiano dello smartphone, questo sistema permette all’intelligenza artificiale di cogliere segnali di difficoltà, come la digitazione lenta o incespicante nei messaggi. È un esempio di come la tecnologia possa inserirsi nella nostra quotidianità senza disturbare, trasformando uno strumento di uso comune in un supporto per la salute.
Per Auriemma e la comunità di iosclero.it, questi successi accademici confermano che la strada è giusta. “Le nostre intuizioni hanno anticipato alcune tendenze – prosegue Auriemma – e continueremo a dare idee e ispirazione a chi lavora per creare strumenti utili per chi vive con la sclerosi multipla.”
Con un impegno costante, iosclero.it dimostra come la tecnologia possa diventare davvero un alleato nella salute. La missione, infatti, è sempre la stessa: rendere la vita dei malati più semplice e dignitosa, senza necessità di riconoscimenti, ma con la consapevolezza di aver contribuito a qualcosa di più grande.