Riflessioni sulla libertà di espressione e l’uso dei social media
Sono consapevole che questa sarà vista come un’altra battaglia contro i mulini a vento, proprio come la questione di Carlo Acutis. Tuttavia, come mi davano del matto prima e visti i risultati dei fact-checking, possiamo ben sperare. E in mancanza di risposte significative, ce ne freghiamo e continuiamo per noi stessi e per tutti coloro che ci sono sempre stati al nostro fianco.
Il cambiamento introdotto da Meta
Il 7 gennaio 2025, Meta ha annunciato ufficialmente l’abbandono del programma di fact-checking su Facebook e Instagram, introducendo un nuovo sistema chiamato “Community Notes“.
Questa decisione rappresenta una svolta significativa nella gestione dei contenuti sui social media e riflette alcune critiche che avevamo già espresso in passato. Non potevamo accettare metodi percepiti come una censura della libertà di espressione, specialmente su temi legati alla religione Cristiana.
Le Community Notes, basate su annotazioni collettive di utenti con opinioni diverse, puntano a garantire trasparenza e inclusività. Tuttavia, rimane aperto il dibattito sulla loro efficacia nel contrastare disinformazione e odio online.
Riconoscimenti e criticità
Nonostante le critiche rivolte a Meta, è doveroso riconoscere quanto Mark Zuckerberg abbia contribuito alla creazione di ecosistemi virtuali rivoluzionari. Un visionario capace di plasmare il modo in cui interagiamo nel mondo digitale, oggi oggetto di studio per le generazioni future. Tuttavia, è comprensibile che non possa gestire ogni aspetto della sua piattaforma, e proprio per questo permangono falle significative.
Ad esempio, come di seguito potrete leggere, il sistema di gestione delle pagine su Facebook presenta ancora problemi evidenti, come dimostra l’impossibilità di ricreare la mia pagina community. Questi disservizi evidenziano la necessità di una maggiore attenzione alla funzionalità operativa di Meta.
Difficoltà nel riprendere le attività social
Il mio scopo principale è far conoscere questa malattia e dimostrare che si può trovare una soluzione condividendo le esperienze dei malati, i loro progressi e sperimentazioni.
In passato, per far crescere la community su Facebook e Instagram, avevo collaborato con artisti, sportivi, politici, personaggi dello spettacolo, medici e giornalisti.
Questo impegno ha portato a quasi 10.000 follower complessivi in poco più di un anno, risultato di una strategia mirata e di un lavoro condiviso con chi questi amici che supportavano attivamente la missione della nostra onlus.
Ed ora dopo un mese lontano dai social, a causa dei fact-checking, ho deciso di riprendere le attività partendo da zero, creando un nuovo profilo Instagram con un’altra email e modificandone il nome in iosclero.it. Tuttavia, nel tentativo di ricreare la pagina Facebook della community, mi sono imbattuto in un errore che dichiarava impossibile procedere poiché avevo già creato troppe pagine.
Questo ostacolo tecnico non fermerà la missione della nostra onlus: far conoscere la malattia, condividere esperienze e promuovere una rete di supporto tra i malati. Con o senza social, continueremo a portare avanti il nostro impegno, consapevoli del valore della nostra comunità e della forza delle storie condivise.
Nota: Lo screenshot dell’errore è incluso nell’articolo per testimoniare l’evidente bug nella gestione della piattaforma.
Alternative e prospettive future
La nostra priorità resta continuare la missione della Onlus, far conoscere la malattia e difendere i diritti dei malati.
Rifletto spesso sull’importanza di dedicare tempo e risorse a cause e persone che reputo moralmente affini ai miei valori. Credo che i successi delle persone che amo e rispetto siano una fonte di gioia e ispirazione.
Ad esempio, vedere Giorgia Meloni, la mia Presidente di Azione Giovani, raggiungere traguardi internazionali come presidente del Consiglio è motivo di orgoglio. Non entro nel merito delle sue scelte politiche, ma riconosco il valore del suo percorso, che rappresenta la realizzazione di una visione e di un impegno costante.
Ho sempre cercato di non fare torto a nessuno, trovando una parola buona e un gesto fraterno per chiunque. Nella moltitudine delle frammentazioni politiche di destra nel nostro Paese — tra partiti, partitini e movimenti — ho amici e persone che stimo nella Lega, in Forza Italia, in Fratelli d’Italia, nel Movimento Indipendenza, in Casa Pound e Forza Nuova.
Siamo frammentati ovunque, e vedo troppe ingiustizie intorno a noi: verso i disabili, i malati invisibili e chi non si allinea alla massa di automi in cui sembriamo trasformarci, tenuti al guinzaglio dai social network e dalla burocrazia.
Ci sono troppe disparità verso i malati di sclerosi multipla e, più in generale, verso chi soffre di patologie neurologiche. È una realtà che ho vissuto in prima persona: dalle visite mediche alle pratiche per ottenere agevolazioni, dalle procedure per la patente di guida alle leggi che, invece di tutelare i disabili, finiscono spesso per penalizzarli. Anche nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato, le barriere non sono solo fisiche, ma anche culturali e burocratiche.
L’INPS ha recentemente rivisto il sistema per l’invalidità civile, e in teoria dovrebbe funzionare meglio, ma ci sono ancora lacune. Come cittadino e come persona impegnata, farò di tutto per risolvere i problemi che affliggono gli ultimi e i malati, perché queste battaglie non possono essere ignorate.
Da oggi in poi, mi impegnerò personalmente a parlare con chiunque sia necessario per cambiare le cose, incluso il Presidente del Consiglio. Non esiterò a farmi sentire, insisterò con determinazione con chiunque possa contribuire a migliorare la situazione. Poi, lavoreremo insieme per costruire un percorso condiviso.
Fino ad ora, mi sono affidato a intermediari che “aiutavano” nelle mie scelte e posizioni, ma con il tempo ho compreso sempre più l’importanza di agire in prima persona per ottenere risultati concreti e giusti.
Forse sceglierò di andare su X o altre piattaforme, oppure continuerò a scrivere solo sul giornale iosclero.it, dove non sarò mai soggetto a vincoli e repressione mediatica.
L’Amore come guida
Non ho tempo da perdere con queste beghe. Confido in quello di buono che sto facendo, ma più di tutto confido che ciò che sto facendo sia spinto dall’Amore.
E quando sei spinto da questo sentimento, non puoi mai fallire.
Resto attivo sulle piattaforme social, accettando amicizie e follower, ma senza utilizzarle attivamente fino a quando non potrò ricreare una community adeguata.
Potrei scegliere di non tornare mai a un uso completo, ma lascerò il mio profilo come segno di dissidenza attiva.
Questo promemoria vuole trasmettere un messaggio chiaro:
si può vivere senza social,
ma non senza Amore per ciò che si fa.
DO FOR LOVE
Vorrei chiudere con un messaggio per chi mi conosce e mi segue e per chi voglio bene:
L’unica cosa davvero essenziale nella vita non sono i social media o l’apparire, ma l’Amore. Questo principio guida ogni mia scelta e continuerà a farlo.