Sperimento su di me farmaci, integratori, erbe naturali, modi di vivere e qualsiasi altra cosa che possa servire alla mia ricerca di una soluzione per la sclerosi multipla, la malattia che mi accompagna ogni giorno. Per oltre un anno ho seguito una terapia con Bedrocan, una forma di cannabis medica, assumendo 3 grammi al giorno vaporizzati o combinati con tabacco. Questo trattamento ha agito come un prezioso alleato nel controllo dei sintomi, grazie al THC, il principio attivo della cannabis, che si lega ai recettori del sistema endocannabinoide, regolando il dolore, l’umore e altre funzioni corporee. Tuttavia, interrompere bruscamente questa terapia ha portato a un effetto depressivo sul mio sistema nervoso centrale, lasciando però indenne il sistema nervoso periferico. Questo potrebbe spiegarsi con l’azione del Pregabalin, che assumo per inibire la propagazione del dolore neuropatico. È una sensazione paragonabile a una sindrome da astinenza da cocaina: ti senti paranoico, depresso, come se mancasse un pezzo fondamentale del tuo equilibrio mentale, ma i dolori fisici non emergono grazie alla copertura farmacologica. Mi sto chiedendo se, al prossimo incontro con la neurologa, potrei valutare l’uso di un farmaco per la ricaptazione della serotonina, un neurotrasmettitore essenziale per il buonumore, e se questo possa anche consentirmi di ridurre o eliminare il Pregabalin.
La serotonina, lo sappiamo, è coinvolta in molteplici processi biologici: non solo regola l’umore, ma anche il sonno, l’appetito e la percezione del dolore. È possibile stimolarne la produzione in modo naturale, attraverso lo sport, determinati alimenti come cioccolato fondente, banane e semi oleosi, e attività che generano piacere e connessione emotiva, come la musica, il sesso e l’Amore. Credo profondamente che vivere l’Amore in senso pieno, con una relazione autentica, potrebbe trasformare il mio benessere psicofisico, fornendomi una forza che va oltre quella dei farmaci. Tuttavia, sono anni che non vivo un Amore di coppia. Lo sento dentro, ma è un amore universale, diverso da quello che cerco nella mia immaginazione.
Ieri, ad esempio, ho deciso di cancellare numerosi contatti femminili su Instagram perché alcune di loro avevano pubblicato immagini irriverenti verso la Chiesa: Gesù e la Madonna. Non mi considero un bacchettone, né ho intenzione di prendere i voti, ma certe rappresentazioni non riesco a tollerarle. Non sopporto nemmeno quelle immagini ammiccanti e provocanti che molte ragazze usano per attirare attenzione sui social. Essere sexy dovrebbe essere una qualità dedicata al partner, non agli sconosciuti che scrollano un feed. Mi domando se questi pensieri siano il risultato dell’assenza del Bedrocan, della mancanza di Amore nella mia vita, o di entrambe le cose.
Nonostante tutto, continuo a fare esperimenti su me stesso, cercando una strada che possa portarmi a stare meglio, anche attraverso percorsi meno convenzionali. Sono consapevole che i miei sbalzi d’umore, la mia “depressione” e le instabilità che derivano dai miei tentativi potrebbero influenzare le persone intorno a me. Mi dispiace per questo, ma non mi arrendo. Resto convinto che se riuscissi a vivere un Amore vero, quello che immagino nella mia mente, potrei affrontare tutto con una forza diversa. Comincio però a chiedermi se quell’Amore che idealizzo esista davvero o sia solo un’illusione creata dalla mia fantasia. Ma questa è un’altra storia.
A livello scientifico, ciò che sto attraversando non è insolito. Le sindromi da astinenza da cannabis medica sono state documentate e sono caratterizzate da sintomi come depressione, irritabilità e disturbi del sonno. Questo è dovuto alla necessità del sistema nervoso centrale di riequilibrarsi dopo un periodo di esposizione prolungata al THC. Allo stesso tempo, i miei pensieri sulla serotonina trovano conferma nella ricerca scientifica: mantenere un livello stabile di questo neurotrasmettitore può aiutare a mitigare i sintomi depressivi e favorire un maggiore benessere emotivo. Infine, il ruolo dell’Amore e della connessione emotiva nel miglioramento della qualità della vita, specialmente per chi vive con una malattia cronica, è stato ampiamente riconosciuto dalla psicologia positiva e dalla neurobiologia. Forse è proprio lì, nell’Amore, che si nasconde una delle chiavi per affrontare il questo cammino.