L’approccio grottesco e a tratti infelice ai momenti privati di Napoleone, mostrandolo come un amante goffo e poco incline al dialogo, contribuisce a rendere il suo lato più umano. Tuttavia, l’aspetto più intrigante emerge quando viene esplorato il ruolo di Giuseppina come un personaggio destinato al sacrificio per il bene della Francia, nonostante la sua grazia, forza e sensibilità interpretate da Kirby.
Il film si presenta come un’interpretazione cinematografica enfatizzata dell’Imperatore di Francia, evitando un approccio strettamente documentaristico e offrendo una visione che abbraccia le diverse sfaccettature di Napoleone. Tuttavia, omette alcuni eventi storici che avrebbero arricchito una prospettiva più completa, presentando invece un Napoleone idealizzato come figura provvidenziale.
Il protagonista assume decisioni cruciali per il suo paese, conduce campagne militari trionfali e nutre un amore profondo per Giuseppina de Beauharnais, interpretata da Vanessa Kirby. Tuttavia, nonostante l’importanza nel racconto, Giuseppina è spesso messa in secondo piano, presentata con un’aura regale ma costantemente oggettivata come traditrice e motivo di vergogna per Napoleone, ridotta a un semplice strumento sessuale per l’Imperatore.
Nel complesso, il film evita di confrontarsi con le interpretazioni pregresse su Napoleone, concentrando l’attenzione su una narrazione suddivisa in tre atti. Sebbene presenti in modo magistrale il genio strategico e l’impatto cinematografico delle battaglie, tralascia elementi e passaggi significativi che avrebbero contribuito a offrire una visione più approfondita del suo personaggio.