Mazzarri iniziò la sua prima esperienza al Napoli con un impatto immediato, plasmando una squadra combattiva che non mollava mai, caratterizzata da vittorie emozionanti e rimonte memorabili. La storica vittoria contro la Juventus a Torino dopo anni di assenza rappresentò un punto di svolta, segnando l’inizio di una risalita che portò il Napoli dalle zone basse della classifica a posizioni d’onore in campionato.
I “Tre Tenori”, Hamsik, Lavezzi e Cavani, divennero icone di questo periodo, simboleggianti l’attacco spettacolare del Napoli sotto la guida di Mazzarri. Nonostante non si concretizzasse il sogno scudetto, il Napoli continuò a migliorare, battendo squadre come la Juventus con una tripletta di Cavani e sfiorando il tricolore.
La partecipazione alla Champions League fu forse il momento più alto di questa era, con il Napoli che superò un girone difficile e affrontò il Chelsea negli ottavi. Nonostante l’eliminazione, quelle notti europee rimasero impresse nella memoria dei tifosi come simbolo di un Napoli che poteva sognare in grande.
Il culmine di questi anni fu la conquista della Coppa Italia contro la Juventus, il primo trofeo dopo anni di attesa, che segnò il primo successo significativo di Mazzarri come allenatore. La stagione 2012-13, l’ultima di Mazzarri al Napoli, vide la squadra raggiungere il secondo posto in campionato e Cavani diventare capocannoniere.
Tra i ricordi più dolci di quel periodo, c’è la figura di Camilo Zuniga, un giocatore imprescindibile per il Napoli e per il cuore dei tifosi. Ricordo come mio Padre Enzo fosse particolarmente affezionato a Zuniga, tanto che, grazie ad alcuni amici del Napoli, ricevemmo una sua maglietta autografata. La gioia di mio Padre nel ricevere quella maglietta era paragonabile a quella di un bambino a Natale, un momento che testimonia il legame speciale tra i tifosi e i loro eroi in campo.
Il ritorno di Mazzarri non è solo una scelta tattica, ma anche un richiamo a quei momenti di passione e di gloria, un tentativo di riaccendere lo spirito e l’entusiasmo in una squadra e in una città che vivono per il calcio. La storia ci insegna che il calcio non è solo un gioco, ma una passione che unisce generazioni, crea legami indissolubili e regala emozioni indimenticabili.
Luciano Auriemma